Ma da dove ci arrivano queste connotazioni automatiche?
Ma da dove ci arrivano queste connotazioni automatiche?
Di per sé “organizzare” deriva originariamente dalla stessa radice da cui viene “organismo”, ovvero da “organon”, organo. L’organismo è l’insieme degli organi ordinati in modo da consentire la vita dell’“organismo” ovvero del corpo individuale di un essere vivente. Vale per le persone, per gli insetti, per le piante, e forse anche per l’universo intero (se ne sta discutendo). In questo senso il termine “organico” è da sempre utilizzato per indicare ciò che “vive”, una realtà che ha una durata e una storia specifica: le società, gli individui, le famiglie, le specie. Ciò che prende forma in modo tale da agire e sopravvivere e cambiare le cose intorno a sé è “organico”, “organizzato come un vivente”, qualcosa di attivo e non passivo, qualcosa che ha durata nel tempo, qualcosa che ha caratteristiche specifiche: ovviamente la persona è l’analogia più facile e immediata, ma potremmo anche pensare alla specie degli scarafaggi senza nulla togliere al senso del termine.
Con la modernità dell’800 però questo significato molto ampio, legato al tema della vita e quindi biologico e filosofico, focalizza il suo significato sulla attività di organizzare le cose da parte dell’uomo (homo faber è homo organizer) secondo una razionalità della efficienza produttiva che esalta le capacità di trasformazione artificiale del mondo e della società da parte dell’uomo illuminato dalla ragione illuminista. Da qui l’emergere di un secondo significato oggi presente nei dizionari:
(Treccani)… Nella seconda accezione il termine organizzazione viene usato per denotare una determinata categoria di enti sociali fondati sulla divisione del lavoro e delle competenze: imprese economiche, amministrazioni pubbliche, partiti politici, associazioni culturali, religiose, sportive, ecc. In questa accezione le organizzazioni sono oggetto di discipline specifiche come la teoria d’impresa, il comportamento organizzativo e soprattutto la sociologia e la psicologia delle organizzazioni (con le varie branche specialistiche, ad esempio organizzazione militare, carceraria, ospedaliera, scolastica, ecc.).
(Garzanti) …coordinare i vari elementi che costituiscono un insieme in modo che, integrandosi reciprocamente, concorrano alla realizzazione di un fine comune: organizzare un ufficio, un’azienda; organizzare un servizio, un lavoro; organizzare la propria vita, le proprie idee | ordinare, preparare, predisporre quanto è necessario per la buona riuscita di qualcosa: organizzare una manifestazione, una festa, una gita
Ed è questo il significato più presente nel nostro linguaggio comune oggi:
Ed è questo il significato più presente nel nostro linguaggio comune oggi:

qualcosa che ha a che fare con l’agire efficiente dell’uomo che comanda sulle cose e organizza le altre persone. E che lo fa al fine non della “vita” ma dell’utile inteso come massimizzazione del dominio misurato in definitiva dal potere e dal profitto.
Per approfondimenti visita execohr.it/human-side-metrics